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FATTORI DI DIFFERENZIAZIONE ABBINATI A FATTORI DI CRESCITA

Un’Informazione intelligente origina la vita: sono i fattori presenti nei 5 stadi di differenziazione delle cellule staminali che determinano il destino delle cellule sane e patologiche.

Il cervello funziona grazie ad una rete di 90 miliardi di neuroni, che, dopo aver raggiunto il massimo sviluppo, purtroppo non può che regredire. Benché certe regioni abbiano un declino più rapido di altre, in media ogni 10 anni perdiamo circa il 10% della materia grigia e della materia bianca. Le nostre capacità di ragionamento raggiungono dunque il massimo dopo i vent’anni per poi declinare inesorabilmente. Esistono molteplici patologie neurodegenerative, una di queste è l’Alzheimer. Fortunatamente però, oggi, grazie ai fattori di crescita e differenziazione delle cellule staminale prelevati in specifici momenti della vita embrionale si può arrestare la senescenza cellulare e prevenire dunque la neurodegenerazione.

Questi sono i risultati prodotti con la collaborazione di 23 università italiane sulle nuove frontiere per la riprogrammazione cellulare per determinare il destino delle cellule staminali sane e patologiche e le incredibili attività regolatorie del codice che organizza la vita: il codice epigenetico.

Gli studi intrapresi sul funzionamento del codice epigenetico avevano permesso di capire che quello che veniva studiato era in realtà il codice di regolazione dell’espressione genica, che nel momento in cui la vita si forma, è presente nella sua totalità e con tutte le sue diverse funzioni. Tale codice infatti, seppure suddiviso e frazionato in diversi stadi di differenziazione, poteva comunque essere studiato e compreso nel suo funzionamento globale. Allorchè infatti si fossero ottenute tutte le sostanze presenti in tutti i differenti stadi di differenziazione, noi avremmo avuto a disposizione l’intero codice epigenetico, ovvero il codice in grado di regolare tutti i geni di tutte le cellule che costituiscono un intero organismo. In altre parole avremmo avuto a disposizione l’intero codice che regola la vita: il “Codice della Vita”. Questa possibilità di studiare il codice epigenetico nella sua completezza esiste solo nell’embrione e solo nel periodo in cui si differenziano tutti gli organi ed apparati: in quel periodo, partendo da un’unica cellula staminale totipotente (l’uovo fecondato), attraverso diversi stadi si differenziano tutti i tipi di cellule staminali: pluripotenti, multipotenti, oligopotenti, cellule in via di differenziazione definitiva e finalmente cellule completamente differenziate. Terminata l’organogenesi, non è più possibile studiare l’intero codice epigenetico nella sua globalità e nelle sue differenti funzioni. Infatti quando l’organogenesi è terminata, il codice epigenetico viene suddiviso in vari organi e tessuti ed in ogni organo si trova quella parte del codice che serve a controllare e a regolare l’espressione genica delle cellule di quello specifico organo, ma non si ha più la possibilità di studiare tutte le diverse ed incredibili funzioni del “Codice della Vita”. Dunque solo in quel momento, ovvero nel periodo della differenziazione dei vari organi ed apparati, era possibile studiare tutte le differenti ed incredibili capacità regolatorie di tale codice. Ed è quello che è stato fatto fatto, scegliendo anzitutto un embrione che fosse un modello di studio del differenziamento cellulare: nel caso specifico l’embrione di Zebrafish.

Lo studio dell’intero codice epigenetico e delle sue funzioni ci ha portato a scoperte fantastiche. Queste diverse funzioni vengono brevemente descritte solo per far capire quali grandi opportunità offre lo studio del codice della vita.

Vengono qui di seguito elencate le diverse attività regolatorie del codice epigenetico:

  • Attività Anti-Aging
  • Rallentamento della moltiplicazione e della crescita delle cellule tumorali
  • Attività nella Prevenzione della Neuro-Degenerazione

 

Attività nella Prevenzione della
Neuro-Degenerazione:

si è dimostrato che la completezza dell’informazione e la ridondanza di fattori del codice epigenetico è in grado di impedire in modo molto significativo la degenerazione delle cellule nervose (ciò avviene perchè inizialmente la ridondanza di fattori, ovvero di tutti i fattori presenti dall’inizio alla fine del processo di differenziazione, dapprima espande il numero di cellule staminali e poi le differenzia nel tessuto specifico). In altre parole ciò che abbiamo capito, conducendo gli esperimenti sulle cellule dell’ippocampo, ovvero su quelle cellule che nel cervello vanno per prime incontro alla neuro-degenerazione nei malati di Alzheimer, è che se noi vogliamo prevenire ed impedire la degenerazione di tali cellule, noi dobbiamo simulare esattamente il programma che la vita adotta per auto-organizzarsi e realizzarsi. Dapprima cioè dobbiamo, come già accennato poco sopra, somministrare le sostanze che tengono accesi i geni staminali, permettendo la sopravvivenza delle poche cellule staminali rimaste attive nel cervello di un malato di Alzheimer e dunque mantenendone integro il loro numero, ma poi dobbiamo somministrare le sostanze che sono in grado di differenziare le cellule staminali in cellule nervose specifiche. Dunque per ottenere questo risultato noi dobbiamo esattamente simulare il processo che origina la vita e somministrare tutti i fattori che sono in grado di far compiere alle cellule l’intero processo vitale. E’ questa una visione esattamente opposta al riduzionismo dominante che pensa di intervenire a curare le malattie complesse, come sono tutte le malattie degenerative, con singole molecole. E’ chiaro a questo punto che è necessario cambiare la visione che noi abbiamo della vita e della medicina e quindi muoverci verso paradigmi scientifici diversi. E’ quello che ha fatto il Dott. Biava scrivendo insieme al Prof. Ervin Laszlo “ Il Manifesto del Nuovo Paradigma in Medicina” sottoscritto da numerosi medici, psicologi, psichiatri ecc.

Con vari collaboratori sta ora studiando come le diverse specifiche molecole che costituiscono il codice epigenetico siano in grado di riparare i tessuti e quindi di poter essere usate in medicina rigenerativa, in particolare nelle patologie in cui si richiede il trapianto di cellule staminali. Detti regolatori epigenetici possono infatti potenziare gli effetti positivi legati al trapianto di cellule staminali ed in futuro di sostituirsi al trapianto stesso, considerato che è stato dimostrato che gli effetti benefici dovuti al trapianto di cellule staminali non sono dovuti alle cellule trapiantate, bensì ai fattori che esse producono. Leggendo le pubblicazioni che illustravano tali risultati dovuti al trapianto, il Dott. Biava si è chiesto quali fossero i fattori prodotti dalle cellule staminali trapiantate. E la risposta in questo caso è stata facilissima: i fattori prodotti dalle cellule staminali trapiantate sono gli stessi fattori che noi preleviamo dall’embrione di Zebrafish che, come si è detto, sono proteine ed acidi nucleici con proprietà regolatorie, ovvero sostanze che il Dott. Biava in un’analisi approfondita con spettrometria di massa ha individuato ad una ad una, dimostrando che esse sono le stesse di quelle presenti nella specie umana.

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Fasi di differenziazione cellulare embrionale
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Proteine di origine biologica identificate
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Pubblicazioni scientifiche riportate

Trattamento integrativo per la cura e la prevenzione delle malattie neurodegenerative: i fattori di crescita e differenziazione cellulare

Bio
Sicuri
Efficaci

100% Biologico e fisiologico, 100% efficace.

Siccome i fattori di crescita e differenziazione sono biologici e fisiologici, non hanno effetti collaterali.

Analisi proteica dell’estratto di uova di Zebrafish,

E’ stata realizzata un’analisi proteica dell’estratto embrionale dalle uova di zebrafish. Una sospensione dell’estratto in soluzione glicero – alcolica è stata analizzata con gel elettroforesi monodimensionale (SDS-PAGE). Come mostrato nella figura sottostante in tutte e 5 le fasi estratte sono distinguibili in base al loro peso molecolare tre principali raggruppamenti: sopra i 45 kDa, intorno ai 25 – 35 kDa e sotto i 20 kDa. In ogni modo la relative quantità di proteine sono differenti nei campioni delle 5 fasi.

Di seguito la lista delle proteine che sono state individuate da Biava e coll. con l’analisi di spettrometria di massa. Con l’asterisco (*) sono elencate le proteine mai prima descritte nell’embrione di Zebrafish:

Il Dott. Pier Mario Biava sui Telomeri:

“I telomeri si accorciano ogni volta che le cellule si dividono. Quando il telomero diventa troppo corto, il cromosoma raggiunge una lunghezza critica e la cellula non può più replicarsi. Ciò significa che la cellula invecchia e muore. Tuttavia i FATTORI di CRESCITA e DIFFERENZIAZIONE possono rappresentare uno strumento molto efficace per promuovere gli antagonisti della senescenza cellulare in modo fisiologico. Il risultato è una cellula sana e potenzialmente una inversione del processo di invecchiamento”.

I TELOMERI sono parti essenziali delle cellule umane che influenzano il modo in cui invecchiamo. I telomeri rappresentano una sorta di “cappuccio” del DNA che protegge le cellule dagli errori durante la loro replicazione. Con il tempo questo cappuccio tende ad accorciarsi e perdere le sue proprietà protettive. Grazie ai fattori dello Zebrafish si previene questo problema promuovendo il mantenimento dei telomeri.

Scarica la presentazione .ppt

La presentazione fatta dal Dott. Biava

Al convegno.
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INTERVISTA A PIER MARIO BIAVA

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